Truffa dei diamanti in banca: ecco cosa puoi fare subito per recuperare i tuoi soldi

La truffa dei diamanti venduti tramite le banche italiane ha colpito migliaia di risparmiatori che, fidandosi dei propri istituti di credito, hanno acquistato diamanti per investimento ad un prezzo notevolmente superiore al loro reale valore di mercato. Le inchieste degli ultimi anni hanno messo in luce la responsabilità di alcune delle principali banche, spesso in concorso con società specializzate nella commercializzazione di diamanti, nella promozione di questi prodotti finanziari ingannevoli. Se sei stato coinvolto in questa vicenda, esistono oggi strumenti e azioni concrete che puoi adottare per cercare di recuperare il denaro investito.

Come agire subito: le prime mosse per la tutela

Il primo passo essenziale è raccogliere tutta la documentazione relativa all’acquisto dei diamanti: contratti, estratti conto, comunicazioni con la banca e qualsiasi materiale promozionale che ti sia stato fornito all’epoca dell’investimento. Questa documentazione sarà fondamentale per dimostrare non solo l’acquisto, ma anche l’eventuale pressione subita e le informazioni che ti sono state fornite in modo scorretto o incompleto.

Una volta raccolte le prove, è consigliabile:

  • Presentare richiesta scritta di rimborso presso la banca coinvolta, allegando copia di tutta la documentazione e spiegando chiaramente i motivi della richiesta, con riferimento alle pratiche scorrette sanzionate dalle autorità.
  • Se la banca non risponde o propone una soluzione non soddisfacente, è opportuno procedere formalmente tramite un’associazione dei consumatori (come Codacons o Altroconsumo) che offre assistenza legale collettiva e moduli già predisposti per la richiesta di risarcimento e l’eventuale costituzione di parte civile nell’ambito processuale.

L’iniziativa individuale può essere affiancata o sostituita da una class action, una procedura legale collettiva che consente a più vittime di agire unite contro la banca, rafforzando la propria posizione e riducendo i costi di assistenza legale.

Responsabilità riconosciute e sentenze favorevoli

Negli ultimi anni numerosi provvedimenti delle autorità giudiziarie e dell’Antitrust hanno sanzionato le banche e le società coinvolte riconoscendo la pratica commerciale scorretta. Ad esempio, il Tribunale di Milano e altri giudici hanno accertato la responsabilità di istituti come Intesa Sanpaolo, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM e Popolare di Bari, obbligando molte di queste banche a risarcire i clienti per i danni subiti.

Le pronunce giudiziarie hanno evidenziato che:

  • I diamanti venivano proposti come prodotti “sicuri” o “beni rifugio” a prezzi tripli rispetto ai valori ufficiali dei listini di riferimento (Rapaport), senza garantire trasparenza sull’effettivo valore di mercato.
  • Le informazioni fornite erano spesso ingannevoli o incomplete, e molti clienti hanno acquistato esclusivamente per la fiducia nell’operatore bancario e non perché in possesso di competenze specifiche sul settore.
  • I risparmiatori quindi sono stati traditi nella loro fiducia dagli istituti di credito, rendendo fondato il diritto al rimborso e al risarcimento danni.

È importante sottolineare che diverse banche, soprattutto per ragioni di immagine o per evitare ulteriori sanzioni, hanno già rimborsato ingenti somme agli investitori: ad esempio, BPM e UniCredit hanno evaso oltre 19.000 richieste di rimborso per quasi 600 milioni di euro, e Monte dei Paschi circa 317 milioni dei 340 milioni incassati tramite queste vendite.

Cosa aspettarsi e strategie alternative di risarcimento

Nonostante le numerose sentenze favorevoli, va ricordato che non esiste alcun rimborso automatico. Ogni risparmiatore, infatti, deve attivarsi in prima persona per avviare la procedura. Le proposte di rimborso avanzate dalle banche all’inizio erano spesso parziali, nell’ordine del 10-20% dell’investimento; solo proseguendo per vie legali molti clienti sono riusciti a ottenere la restituzione integrale o quasi delle somme investite.

Se hai acquistato i diamanti e li hai lasciati in custodia presso le società broker (IDB, DPI) o in banca, ti conviene ritirare fisicamente le pietre il prima possibile: molte società sono fallite o in liquidazione e potrebbero diventare irraggiungibili.

Non affidarti esclusivamente alle decisioni dell’Antitrust: questa autorità può sanzionare le pratiche scorrette ma non ordinare direttamente il risarcimento; tuttavia, i suoi provvedimenti possono irrobustire la tua posizione nell’eventuale causa civile.

Puoi quindi:

  • Chiedere il riacquisto dei diamanti al prezzo d’acquisto tramite transazione extragiudiziale con la banca.
  • Contestare formalmente l’acquisto come “investimento spinto” e dunque annullabile ai sensi del testo unico bancario, soprattutto se puoi dimostrare che hai agito dietro forte sollecitazione o in assenza di chiarezza contrattuale.
  • Costituirti parte civile nell’eventuale procedimento penale contro i vertici delle banche e delle società coinvolte, sempre con il supporto di associazioni di consumatori o legali specializzati.
  • Agire individualmente o tramite class action per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti.

Consigli finali e attenzione alle tempistiche

È fondamentale agire tempestivamente. Le possibilità di rimborso integrale sono più elevate se si interviene prima della prescrizione dei diritti (in genere decennale per queste tipologie di contratto) e soprattutto finché le banche mostrano una disponibilità a transare per evitare ulteriori danni reputazionali e sanzioni. I procedimenti collettivi (class action) o le azioni di associazioni dei consumatori sono tra i canali più efficaci per massimizzare le probabilità di rimborso, grazie anche alla maggiore risonanza mediatica di queste azioni.

Anche se le società venditrici di diamanti sono fallite o in liquidazione, la responsabilità diretta delle banche nello schema truffaldino è stata ormai riconosciuta e dunque il tuo riferimento principale deve restare l’istituto di credito presso il quale hai effettuato l’operazione.

Infine, non cedere a proposte telefoniche o online di sedicenti intermediari che promettono recuperi facili in cambio di elevate commissioni. Affidati solo a professionisti qualificati o ad associazioni di tutela dei consumatori già affermate, che seguono un protocollo trasparente e collaudato nella gestione di questo enorme caso di malapratica bancaria.

Le tue possibilità di successo aumentano se agisci con rapidità, documentazione ordinata e il sostegno delle azioni collettive, che stanno già dando ottimi risultati per migliaia di risparmiatori italiani danneggiati dalla truffa dei diamanti.

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