Attenzione se hai più cani in casa: ecco il numero massimo consentito dalla legge

In Italia, la legislazione nazionale non stabilisce un numero massimo di cani che un cittadino può tenere nella propria abitazione. Tuttavia, questo non significa che si possa detenere un numero illimitato di animali domestici: il quadro normativo è frammentato, con limiti che possono essere fissati dalle regioni, dai comuni e, in molti casi, anche dai regolamenti condominiali. La presenza di più cani in casa o in giardino è subordinata a regole che hanno come obiettivo principale la tutela del benessere animale, la garanzia di condizioni igienico-sanitarie adeguate e il rispetto della quiete e della sicurezza pubblica.

La normativa italiana: assenza di un limite nazionale e ruolo degli enti locali

Mancando una legge nazionale che indichi con precisione il numero massimo di cani posseduti, diventano fondamentali i regolamenti regionali e comunali. Alcune regioni, come la Lombardia, hanno individuato un tetto massimo pari a 10 cani o gatti adulti (di età superiore ai sei mesi) per ogni nucleo abitativo. Oltre questa soglia è obbligatorio comunicare per iscritto al sindaco il superamento del limite, che può disporre verifiche sulle condizioni in cui vengono detenuti gli animali e prescrivere eventuali adeguamenti. Importante precisare che i cuccioli al di sotto dei sei mesi non vengono conteggiati nel calcolo.

In regioni dove manca una normativa specifica, molti comuni intervengono con propri regolamenti: nella città di Verona, ad esempio, è necessaria l’autorizzazione del sindaco se si detengono più di cinque cani adulti nella stessa abitazione, sempre con esclusione dei cuccioli. Altri enti locali scelgono di non fissare un tetto numerico, ma chiedono che vengano rispettate le esigenze di spazio e le condizioni igieniche. In alcuni casi, esistono limitazioni differenti per gli animali custoditi in giardini condominiali rispetto a quelli tenuti dentro casa, secondo quanto deciso dai regolamenti dei condomini.

Sentenze della Cassazione e interpretazioni della giurisprudenza

Una parte determinante nella regolamentazione del possesso di più cani è giocata anche dalla giurisprudenza. Recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno ribadito che il numero di cani in una civile abitazione non può essere illimitato. In particolare, l’ordinanza n. 1823/2023 ha confermato la condanna di un condominio obbligato a ridurre il numero di animali presenti a massimo sei cani e a risarcire i vicini per la presenza persistente di odori molesti e disturbo della quiete pubblica causata dai troppi animali. Queste sentenze individuano un principio di ragionevolezza: se la presenza di un numero elevato di cani comporta disagi agli altri residenti, le autorità possono intervenire e prescrivere una limitazione, anche in presenza di uno spazio esterno privato.

I tribunali italiani, insomma, applicano una sorta di bilanciamento tra la libertà del proprietario e i diritti dei vicini: laddove il numero di animali provochi rumori, cattivo odore o condizioni igienico-sanitarie non adeguate, è prevista la possibilità di imporre un tetto massimo personalizzato e anche la riduzione forzata degli animali detenuti.

Differenze regionali e i requisiti principali

Approfondendo la questione a livello regionale e comunale, emergono alcune differenze significative:

  • Lombardia: limite di 10 cani adulti per nucleo abitativo. Superata questa soglia, obbligatoria la comunicazione al sindaco.
  • Emilia-Romagna: per i cani da lavoro o da caccia il limite può arrivare a 15, ma per gli animali da compagnia spesso si applicano i limiti generali o regolamenti locali più restrittivi.
  • Veneto (es. Verona): il limite è 5 cani adulti se non si dispone dell’autorizzazione del sindaco e del parere del servizio veterinario.

Molti regolamenti locali indicano genericamente la possibilità di tenere animali “in numero limitato”. Spesso, per “numero limitato” si intendono dieci cani e gatti adulti, ma la definizione può cambiare da ente a ente. In assenza di riferimenti precisi, il criterio principale resta quello del benessere animale: devono essere garantiti spazio adeguato, corretta igiene, alimentazione, cure veterinarie e, in nessun caso, devono essere compromessi la salute e il quieto vivere delle persone che abitano l’immobile e dell’intero vicinato.

Implicazioni pratiche e responsabilità dei proprietari

Chi possiede più cani in casa è tenuto a rispettare alcune regole fondamentali, indipendentemente dai limiti formali:

  • Garantire a ciascun animale spazio sufficiente e accesso a cibo e acqua di qualità in quantità adeguata.
  • Provvedere a cure veterinarie regolari e aggiornare la registrazione all’anagrafe canina per ogni esemplare.
  • Mantenere le condizioni igieniche degli ambienti e assicurare che gli animali non causino disturbo della quiete o problemi di sicurezza a terzi.
  • Nel caso di proprietà in condominio, rispettare le eventuali limitazioni inserite nei regolamenti condominiali, che possono specificare, ad esempio, il numero massimo di animali ammessi per singolo appartamento o stabilire orari e modalità per la permanenza di animali in aree comuni.

La presenza di più cani comporta sempre la responsabilità di non creare situazioni che vadano a ledere il benessere degli stessi animali o quello delle persone circostanti. Se si superano i limiti previsti dalle normative locali o se il possesso di numerosi animali genera disagi, le autorità possono intervenire anche disponendo la rimozione forzata di una parte degli animali o l’applicazione di sanzioni amministrative.

Casi eccezionali: allevamenti, rescue e cani da lavoro

Esistono situazioni in cui il possesso di numerosi cani viene ammesso, come nel caso di allevamenti riconosciuti, canili o strutture di rescue. In questi casi, però, occorrono precise autorizzazioni e l’applicazione di norme assai più stringenti, sia per quanto riguarda le infrastrutture, sia per l’igiene, la sorveglianza sanitaria e la tutela del benessere animale. Per cani da lavoro o da caccia si riscontrano, in alcune regioni, limiti superiori rispetto a quelli validi per i semplici animali da compagnia, purché vengano dimostrate le esigenze funzionali e il rispetto delle condizioni di detenzione imposte.

In definitiva, anche se la legge italiana non pone un limite uniforme a livello nazionale, chi vive con più cani deve verificare e rispettare i regolamenti locali, garantire il rispetto dei vicini e investire sul benessere dei propri animali. Un comportamento responsabile è sempre richiesto: l’amore per gli animali si misura anche nella capacità di conciliare le proprie passioni con le esigenze della società e quelle degli stessi amici a quattro zampe.

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