Il fegato è uno degli organi vitali più importanti dell’organismo umano e svolge numerose funzioni essenziali per la salute: dal metabolismo delle sostanze nutritive alla detossificazione del sangue, dalla produzione di proteine alla regolazione dei livelli di glucosio. Quando questo organo si ammala, i sintomi possono essere poco specifici oppure manifestarsi in modo silente, soprattutto nelle fasi iniziali delle patologie. Per questo riconoscere tempestivamente una malattia epatica permette un intervento più efficace e mirato per arrestare o rallentare il peggioramento della condizione.
Le principali malattie del fegato
Le malattie epatiche comprendono un’ampia gamma di patologie caratterizzate dal danneggiamento delle cellule epatiche e della struttura stessa del fegato. Le principali si suddividono in:
- Epatiti virali: provocate da virus come epatite A, B, C, D ed E. Queste infezioni causano un’infiammazione del fegato e possono condurre, se cronicizzate, a danni irreversibili, compresa la cirrosi e, nei casi gravi, il cancro epatico.
- Steatosi epatica: nota anche come “fegato grasso”, può essere di origine alcolica o non alcolica (legata a obesità, diabete, dislipidemie). Si tratta dell’accumulo anomalo di grasso nelle cellule del fegato e, se non trattata, può evolvere in steatoepatite e cirrosi.
- Epatopatia alcolica: causata dall’abuso prolungato di bevande alcoliche, include la steatosi alcolica, epatite alcolica e cirrosi alcolica. Sovente queste forme si sovrappongono tra loro nello stesso individuo.
- Malattie genetiche e metaboliche: tra queste spiccano l’emocromatosi, in cui si ha un accumulo di ferro, la malattia di Wilson (accumulo di rame), le epatopatie autoimmuni e altre condizioni rare come la atresia biliare.
- Patologie tumorali: includono epatocarcinoma, colangiocarcinoma e le secondarietà (metastasi epatiche da tumori di altri organi).
- Infezioni batteriche, fungine o parassitarie: più rare e spesso colpiscono soggetti immunodepressi.
In Italia, le cause più frequenti di danno epatico sono legate alle epatiti croniche virali e al consumo eccessivo di alcol. Tuttavia, negli ultimi anni è in costante aumento anche la steatosi non alcolica correlata all’aumento dell’obesità e delle malattie metaboliche.
Sintomi: come si presentano le malattie epatiche
Le patologie del fegato possono essere spesso silenziate per lungo tempo, soprattutto nelle fasi iniziali. I primi sintomi sono generalmente poco specifici e possono essere confusi con quelli di altre malattie. Tra i segni più comuni si annoverano:
- Stanchezza e affaticamento persistente
- Perdita di appetito e conseguente dimagrimento inspiegato
- Nausea, vomito e disturbi digestivi
- Ittero (colorazione giallastra di pelle e occhi) che spesso appare in fasi avanzate
- Prurito intenso cutaneo
- Urine scure e feci chiare
- Dolore o peso nella parte alta destra dell’addome, sovente associato all’ingrossamento del fegato (epatomegalia)
- Difficoltà di concentrazione, confusione mentale e, nei casi più gravi, encefalopatia epatica
- Ascite (presenza di liquido libero nell’addome) e edemi agli arti inferiori
- Vene varicose, in particolare nell’addome
Altri segni possono includere febbricola, dolori muscolari, perdita del desiderio sessuale, ipoglicemia e comparsa di piccoli ematomi per modesti traumi. In particolare, il dolore al fegato tende a insorgere solo quando l’organo si ingrossa rapidamente oppure quando è presente un processo avanzato come una cirrosi o un tumore.
Cause alla base delle patologie epatiche
Le malattie epatiche possono avere origini diverse. Tra le più comuni troviamo:
- Virus epatotropi (A, B, C, D, E): trasmessi tramite vie differenti (orale–fecale per l’epatite A ed E, sangue e rapporti sessuali per B, C, D). La cronicizzazione è più comune con i virus B, C e D.
- Abuso di alcol: l’assunzione cronica di quantità rilevanti (anche inferiori a quanto comunemente si crede) può provocare danni severi e prolungati.
- Farmaci e tossine: alcuni medicinali, prodotti erboristici o sostanze chimiche possono causare epatiti tossiche.
- Fattori metabolici ed ereditarietà: come nel caso della steatosi non alcolica, dell’emocromatosi o della malattia di Wilson.
- Malattie autoimmuni: il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule epatiche, causando danni anche gravi e progressivi.
- Difetti congeniti e disordini enzimatici: come la deficit di alfa-1-antitripsina o la galattosemia.
- Infezioni batteriche, parassitarie o fungine: molto meno frequenti e spesso legate a situazioni particolari di immunosoppressione.
Una parte rilevante delle malattie epatiche rimane senza sintomi evidenti fino a una fase avanzata, quando i danni sono ormai strutturali e più difficilmente reversibili.
Diagnosi e attenzione ai segnali d’allarme
Riconoscere tempestivamente i sintomi di sofferenza epatica è fondamentale. Dal momento che molte patologie decorrono asintomatiche per anni, è importante essere consapevoli dei fattori di rischio principali: abuso di alcol, obesità, storia familiare di malattie epatiche, comportamenti a rischio per infezioni virali e assunzione di farmaci epatotossici.
Gli esami del sangue (transaminasi, bilirubina, gammaGT, fosfatasi alcalina) rappresentano la prima allerta; la presenza di valori alterati deve essere approfondita con ulteriori indagini come ecografia epatica, TAC, risonanza magnetica e, in alcuni casi, biopsia.
È importante sottolineare che il monitoraggio periodico del fegato è particolarmente indicato per chi presenta condizioni di rischio o sintomi sospetti, anche lievi. Solo un’approfondita valutazione specialistica permette di stabilire la diagnosi precisa, individuare la causa sottostante e impostare il trattamento più adeguato.
Infine, una prevenzione attiva passa anche dallo stile di vita: limitare il consumo di alcol, mantenere un peso corporeo salutare, assumere farmaci solo se indispensabili e fare attenzione a viaggi e alimentazione in paesi a rischio. Nei casi previsti, la vaccinazione contro l’epatite A e B resta uno dei mezzi più efficaci per proteggere il proprio fegato da infezioni pericolose.








